social media Archivi - profili
Categorie
comunicazione digital adv digital marketing

Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

Il progetto

La Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto presenta coreografi internazionali, scopre giovani talenti, sperimenta in vari campi e promuove il dialogo e lo scambio culturale attraverso video, arti visive, fotografia, musica dal vivo, teatro. Al centro c’è la compagnia Aterballetto, composta da 16 danzatori stabili, più altri che orbitano attorno a singoli progetti. Dal 2022 è il primo e unico Centro Coreografico Nazionale (CCN) in Italia.

Profili ha affiancato il team interno di FND/Aterballetto con lo scopo di ottimizzare e potenziare la comunicazione digitale attraverso azioni strategiche per una promozione globale degli spazi e delle attività, oltre a una divulgazione diversificata, multilingue e mirata al coinvolgimento di un pubblico più ampio.

La strategia

Il team di Profili ha suddiviso il proprio intervento in tre aree:

  • La comunicazione digital
  • Le campagne advertising
  • Analisi dati e reportistica

Per ogni area di intervento sono stati definiti in maniera dettagliata obiettivi, azioni e previsioni di output.

La comunicazione digital

Obiettivo primario: ottimizzare e potenziare la comunicazione attuale.

Vista l’ampia offerta artistica e le differenti attività di FND/Aterballetto, il team Profili ha pensato a un sistema digital integrato che lavori in sinergia e sfrutti le peculiarità dei singoli canali nell’ottica di razionalizzazione e potenziamento del sistema attuale.

Sono stati definiti i target di ogni singolo canale di comunicazione, attuali e quelli potenziali, e stabiliti, poi, il tone of voice adatto per ognuno di loro, la tipologia di contenuto, il tipo di coinvolgimento previsto.

Canali attualmente attivi:

Parallelamente all’attività di comunicazione, sono state avanzate proposte di rafforzamento dell’identità digitale legata al ruolo della Fonderia, cuore pulsante dell’attività di FND/Aterballetto e trampolino di lancio di nuove attività, sperimentazione e ricerca

Risultati raggiunti

Il lavoro ha contribuito a diffondere e migliorare l’immagine di FND/Aterballetto attraverso i suoi canali che hanno intrapreso, durante l’intero periodo di affiancamento, una consistente e continuativa direzione di crescita, contribuendo a garantire una presenza digitale continuativa e coerente per FND/Aterballetto, rispondendo agli obiettivi che si erano delineati in partenza.

Inoltre, sono stati potenziati alcuni canali come YouTube, LinkedIn e la newsletter. Qualche numero:

  • Aumento organico dei follower e fan: Facebook +245, Instagram +6.972
  • Aumento organico della copertura dei contenuti: Facebook +25,9%, Instagram +19,6%
  • Linkedin ha raddoppiato il numero di utenti unici e ha aumentato del 90% la visualizzazione dei contenuti

Le campagne advertising

FND/Aterballetto utilizza, prevalentemente, due canali di comunicazione a pagamento: Meta Ads e Google Ad Grants. Quest’ultimo richiede una revisione periodica per evitare la sospensione.

Obiettivo primario: potenziare le prestazioni e ottimizzare il budget medio.

Le campagne advertising sono state gestite direttamente da Profili.

Risultati raggiunti

Per raggiungere i nuovi pubblici e per potenziare il database della newsletter sono state realizzate le campagne di lead generation, soprattutto per il pubblico internazionale (Francia, Germania e Svizzera)

L’account Google Ads Grant è stato riattivato, le campagne hanno generato un CTR medio del 30%.

Per dare una maggiore visibilità alle attività in Fonderia e alla tournée è stato attivato anche un account di Google Ads, improntato alla realizzazione di campagne per la rete Display. 

Le campagne su Meta hanno registrato un notevole miglioramento, con un CPC (costo per click in uscita) medio di 0,06 €.

Analisi dati e reportistica

Profili ha affiancato FND/Aterballetto nella progettazione del nuovo sito web, che è stato lanciato a fine febbraio 2023, cui sono stati collegati Google Analytics 4 e Google Search Console.

Con una cadenza periodica veniva confezionato un report dettagliato sull’andamento complessivo del nuovo sito web, le query di ricerca organica (utile per l’ottimizzazione del sito) e le prestazioni dei canali social e quelli di advertising.

Questi report rappresentavano un punto di partenza per gli interventi di ottimizzazione sia della comunicazione organica, sia di quella a pagamento. 

.

Categorie
comunicazione digital adv digital marketing

Studio Legale

Il progetto

Profili ha svolto per conto di uno studio legale una consulenza di comunicazione strategica finalizzata a raggiungere i seguenti obiettivi:

  • Identificare una linea strategica coerente con le diverse “anime” dello Studio
  • Riposizionare i canali esistenti attraverso un nuovo concept di comunicazione
  • Aumentare la visibilità dello Studio sui canali digital
  • Far emergere la professionalità attraverso diversi format e contenuti
  • Promuovere e raccontare l’originalità dello “studio boutique”
  • Allargare il target di riferimento
  • Rafforzare la community esistente e aumentare il coinvolgimento

La strategia

Per raggiungere gli obiettivi prestabiliti, il team di Profili si è occupato di creare una strategia di comunicazione integrata per tutti i canali digital, procedendo, in dettaglio, con la definizione di un concept di comunicazione e con l’identificazione e ideazione di temi editoriali in linea con la strategia stabilita.

In tal senso sono stati individuati tre asset di comunicazione molto ben definiti e identitari, che puntassero a sdrammatizzare la pagina pur mantenendo fortissima la credibilità, come ad esempio la rubrica “Avvocabolario”. 

La linea di comunicazione messa in atto per lo Studio ha previsto una commistione di competenze al fine di veicolare contenuti di valore attraverso un linguaggio più facile e accattivante, adatto al pubblico social e accompagnato da contenuti visivi ad alto coinvolgimento emotivo e d’impatto.

Risultati raggiunti

Grazie all’intervento di Profili, la pagina Facebook e il canale Instagram dello Studio hanno sviluppato una propria identità e solidità, raggiungendo un alto tasso di copertura rispetto al passato e rispetto alla fanbase attualmente attiva.

La strategia di comunicazione messa in atto ha risposto alle aspettative di contenuto degli utenti, alla curiosità e voglia di approfondimento dell’ambito e attività legale permettendo allo Studio di far emergere la professionalità attraverso “il lato umano”, abbattendo le barriere di settore.

Categorie
comunicazione digital marketing

Social media, cosa dobbiamo aspettarci dal 2023

Facebook, Instagram, TikTok, LinkedIn, YouTube, Snapchat, Twitch, BeReal…la fine dell’era social è sempre più vicina?

Seppur un altro anno ce lo siamo lasciati ormai alle spalle, non siamo ancora giunti al fatidico momento che vede il tramonto dei social media. Lo scenario però è in piena evoluzione ed è molto interessante da osservare.

Se in un precedente articolo avevamo approfondito quale sia il futuro della comunicazione culturale, esploriamo ora in maniera più generale i principali social media trend del 2023.

Partiamo dai big, prendiamo Meta. Parliamo di Facebook: che abbia ormai raggiunto la piena maturità del suo ciclo di vita e che la sua curva sia iniziata a discendere non è più certo un mistero. Anche quest’anno il colosso californiano ha visto calare i propri ricavi e pure il numero di iscritti, registrando un invecchiamento generale della sua popolazione media. Insomma, il social è in crisi ormai da tempo e sembra non trovare un modo per uscirne.

Su Instagram le cose si muovono senz’altro di più. Stiamo assistendo a continui aggiornamenti che portano agli Instagramer funzionalità vincenti sì, ma nella stragrande maggioranza dei casi copiate dai competitor. Già l’introduzione, anni addietro, delle Stories era stata spinta dal successo clamoroso che stava ottenendo Snapchat. Lo stesso è accaduto più tardi con i Reel, rubati spudoratamente a TikTok. Non da meno le ultime Candid Stories strizzano l’occhio – per usare un eufemismo – a BeReal. Insomma, tutto questo pare confermare la frustrazione dei vertici di Meta di dover riuscire a stare al passo con il mondo digitale che cambia molto, forse troppo, rapidamente.

Veniamo ora a LinkedIn. Non siamo forse stati i soli a notare l’evoluzione di questo social network che sembra aver preso una piega sempre meno formale e più personale. Di frequente i contenuti pubblicati hanno poco a che vedere con questioni professionali, ma al contrario toccano la sfera più intima dell’utente e vi si rintracciamo spesso forme di long-form storytelling in stile blogging. Un trend che sta generando parecchio dibattito tra le fronde più conservatrici e quelle più progressiste. Staremo senz’altro a vedere.

Atri social network, invece, sono a dir poco decollati nell’arco dell’ultimo periodo. Non stiamo parlando di TikTok – su cui, negli USA, il numero di minuti video guardati ha superato quello di YouTube – o di Twitch, ma di BeReal, il cosiddetto social anti Instagram, oppure di LOL, PHaver, Mastodon o Solcial, per citarne qualcuno.  

Ad accomunare queste piattaforme è la loro natura decentralizzata che garantisce ai propri utenti un maggior grado di controllo su contenuti da pubblicare e da fruire, così come una maggiore tutela contro il furto di dati personali, rischi di phishing o altri attacchi hacker da parte di professionisti del settore. Un tema, quello della protezione della propria privacy sul web, divenuto sempre più caldo e sempre più caro agli utenti, come ci confermano il dibattuto uso dei cookies di terze parti e delle nuove regolamentazioni vigenti in merito.

Ma al di là del successo o meno di uno o di un altro social media, che tendenze si registrano nello scenario odierno e immediatamente futuro?

Senza dubbio primeggia ancora la volontà di rendere l’esperienza sui social maggiormente immersiva. Lasciando in stand-by le sperimentazioni in corso che puntano verso la direzione della multisensorialità, il cosiddetto ”Internet dei Sensi”, in questo momento sul podio del content creation troviamo ancora video sempre più brevi in formati sempre più verticali ed estesi. Risultato? La visualizzazione su quasi l’intero schermo dello smartphone. La lunghezza ormai ideale si aggira sui 15 secondi al massimo, che sono veramente pochi.

Seguono la stessa scia dei Reel di Instagram YouTube Shorts e Amazon Video Shorts che prevedono la pubblicazione di brevissimi video di accompagnamento ai prodotti presentati/venduti sulla piattaforma.

Insomma, tutti i segnali sembrano confermare il trend di mini video che facciano immergere gli utenti ancor più all’interno del contenuto, soprattutto se includono il “closed-captioning” ovvero sottotitoli e didascalie. Per quale ragione concorrono all’efficienza di un contenuto video? Ne possiamo citare almeno tre: accessibilità, engagement e ottimizzazione per la ricerca di video.

Altro fenomeno assolutamente rilevante è il cosiddetto “social SEO” per cui i social network si stanno sostituendo sempre più ai motori di ricerca. Fatto che trova un maggior terreno fertile soprattutto tra le generazioni più giovani.

Stando al Hootsuite Social Trends Report 2023, un crescente numero di utenti tra i 16 e i 24 anni utilizza i social media come principale motore di ricerca, in particolare – come anche dichiarato dal New York Times – TikTok dalla Generazione Z. In linea generale, possiamo facilmente osservare che i social media, a partire da Instagram e YouTube ma non solo, sono ormai spesso utilizzati per le ricerche online dei brand, per reperire informazioni su prodotti, prezzi, cataloghi e scovare recensioni affidabili. Un trend vincente grazie all’uso strategico di keyword performative utilizzate nelle caption dei post, in grado di aumentare impression ed engagement in maniera molto più netta rispetto agli hashtag.

Tool online come SEMrush o Google’s Keyword Partners diventano, così, strumenti fondamentali.

E per concludere, citando il mondo degli acquisti online, l’ultimo social media trend di cui vi vogliamo parlare in questo articolo è il social e-commerce. Si tratta del fenomeno di vendita online che passa dai social network. Nonostante si registri ancora un certo livello di titubanza nel fare acquisti sui social, si prevede che esso continuerà a crescere, come già mostrano piattaforme quali Pinterest o WhatsApp Business, le più votate finora al commercio elettronico.

Questo è quello che, a grandi linee, possiamo aspettarci da questo nuovo anno che, non ci sentiamo di escludere possa anche riservare dei colpi di scena.

Ah, sembra anche essere finita l’era delle GIFs. Noi ve l’abbiamo detto poi vedete voi.


Chiara Di Meo


Categorie
comunicazione digital marketing marketing

Quali social per la comunicazione degli enti culturali?

In questo articolo, Andrea Maulini ci illustra il potenziale dei social media per la comunicazione del settore culturale, stilando un ranking che individua i canali più strettamente necessari, quelli invece importanti e infine quelli utili per costruire una comunicazione efficace.


La nuova edizione del mio libro Comunicare la cultura, oggi, che è stata appena pubblicata e che potete trovare qui e da qualche giorno anche nelle librerie e sui portali on-line contiene, tra l’altro, la versione aggiornata di un grafico con cui i miei allievi sono abituati ad avere a che fare: la lista dei social media che, dalla mia esperienza, sono quantomeno utili per la comunicazione di un ente culturale.

Per questo motivo, la riporto qui di seguito (fig. 1), con un commento che illustra le motivazioni legate ad ogni social riportato nella figura e le possibili declinazioni per gli enti culturali. Una necessaria puntualizzazione: quella che troverete di seguito è una sintesi delle numerose pagine dedicate a questi argomenti all’interno del mio libro, a cui quindi rimando per qualunque approfondimento.

Fig. 1 – Ranking social media per la comunicazione della cultura, da “Comunicare la cultura, oggi”, A. Maulini, 2022.

Una breve premessa: per definire questi mezzi di comunicazione si parla spesso indifferentemente di “media” o di “network”, considerando queste due espressioni come sostituibili.

Invece, social media e social network, a mio parere, indicano due tipologie di mezzi di comunicazione differenti, dove il primo termine, social media, contiene anche il secondo:

• i social media sono infatti dei mezzi di comunicazione che condividono sul web testi, immagini, audio, video, contenuti multimediali verso tutti gli utenti;

• i social network, invece, costituiscono, come dice la parola, delle reti sociali, cioè reti di persone che condividono contenuti di varia natura con altre persone a cui sono collegate da un qualche tipo di relazione.

Il concetto di social media è quindi molto più ampio, poiché non richiede necessariamente all’utente l’iscrizione, o la partecipazione a una rete, per avere accesso ai contenuti: la fruizione è libera e gratuita. Anzi, spesso l’obiettivo è assicurare la massima possibilità di condivisione e viralizzazione degli stessi. Sono social media, quindi, siti di video come YouTube (anche se con l’introduzione di YouTube Premium sta spingendo leggermente di più, ma non troppo, gli utenti verso l’iscrizione) o Vimeo; di audio come SoundCloud; di immagini come Flickr e, almeno per la consultazione, Instagram; di testi come i blog ecc.

Social network sono invece siti che sono accessibili, o comunque pienamente utilizzabili, solo previa iscrizione. Sono social network quindi siti di contenuto come Facebook o LinkedIn; di immagini come Pinterest e, pensandolo in un’ottica di rete e non di sola consultazione, Instagram; di audio come Spotify; di testi come Twitter ecc.

Una distinzione, come si vede, fondamentale, che costituisce una delle basi per la definizione di una strategia efficace di social media marketing.

Ma passiamo al ranking riportato in figura: come si vede, i social da prendere in considerazione per la comunicazione di un ente culturale sono, a mio parere, in totale 10. Un numero piuttosto esiguo, a fronte delle numerosissime iniziative nate nel mondo con queste finalità. Tra di essi, alcuni sono dedicati solo, o soprattutto, alle immagini (Pinterest e Flickr, ma anche Instagram), altri ai video (YouTube e Vimeo, ma anche TikTok e Twitch), altri supportano in maniera integrata diversi tipi di contenuti, come Facebook, Twitter e LinkedIn.

Vediamo brevemente qui di seguito i diversi social media riportati nella figura 1.

Principali

I social principali sono quelli che dovrebbero essere utilizzati sempre da un ente culturale (e non solo), per la loro diffusione, la flessibilità, la coerenza con una comunicazione complessa come quella della cultura:

  • Facebook: per l’enorme diffusione (quasi 3 miliardi di utenti attivi; sì, avete letto bene), ma anche per il taglio dei contenuti (è il social più adatto per lo storytelling, l’asset di comunicazione più coerente con le istituzioni culturali), la flessibilità e la multimedialità. Inoltre, più di un utente su due ha un’età, almeno in Italia, tra i 30 e i 55 anni, proprio la fascia dove maggiore è la concentrazione di pubblico della cultura.
  • Instagram: con quasi un miliardo e mezzo di utenti, è uno dei social a più alto tasso di crescita nel mondo, come numero di utenti e come numero di contenuti. Inoltre, ha introdotto, e continua a introdurre, innovazioni di rilievo: nella modifica delle immagini, un suo storico punto di forza, nelle stories, diventate uno strumento fondamentale di questo social, nella IGTV (ora Instagram Video), nei Reel, nelle nuove Live Rooms ecc…
  • YouTube: secondo sito più visitato al mondo, dopo Google e prima di Facebook, visualizza ogni giorno più di un miliardo di ore di video. Inoltre, pochi lo sanno, ma è il secondo motore di ricerca web dopo Google.

Importanti

Sono social che possono essere, in alcuni casi, molto utili per gli enti culturali. Vediamoli di seguito:

  • LinkedIn: è l’unico social di rilievo specificamente dedicato al business e al mondo degli affari, un campo che interessa moltissimo agli enti culturali. Anche in questo settore

opera, infatti, un consistente numero di attività business to business: compagnie teatrali, operatori culturali, servizi tecnici, di trasporto, di assicurazione (ad esempio per le mostre) seguono tutti questa logica. Inoltre, su LinkedIn si può cercare, e offrire, lavoro, trovare numerosi contenuti formativi, anche gratuiti, entrare in contatto diretto con aziende per richiesta servizi, possibili sponsorizzazioni ecc…

  • Pinterest: utile se si hanno a disposizione, o se si possono realizzare, immagini di alta qualità e “iconiche”, di cui in genere le istituzioni culturali dispongono in gran numero. Inoltre, sta investendo molto per diventare un “motore di ricerca visuale”, con funzioni di e-commerce evolute.
  • Twitter: è un social impegnativo e che deve essere seguito con costanza. È utile, quindi, solo in situazioni specifiche, ad esempio se si è all’interno di un sistema continuativo di informazioni e news e/o se si ha un target internazionale.  La recente acquisizione da parte di Elon Musk, se confermata, potrebbe dare il boost che Twitter attende da anni.

Utili

Sono social media che possono essere utilizzati per esigenze specifiche, o nel caso di sistemi di comunicazione continuativi e strutturati. Vediamoli qui di seguito:

Vimeo: le parole d’ordine di questo social dedicato ai video (il cui nome è l’anagramma di Movie, ma anche la parola Video con al centro Me) sono originalità e alta qualità. Due termini che nel settore culturale hanno un grande campo di azione: alla documentazione video, che è una delle storiche modalità di testimonianza e archiviazione degli eventi e delle iniziative realizzate, si affiancano in molte strutture dei videomaker con collaborazioni continuative o addirittura, negli enti più grandi, veri e propri settori interni dedicati a queste attività.

TikTok: il social a più alto tasso di crescita nel mondo. Molto usato dai giovanissimi e diffuso soprattutto nei paesi asiatici (è, peraltro, di origine cinese) è utilizzato anche da alcuni enti culturali, soprattutto musei (tra cui gli Uffizi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Museo del Prado di Madrid). Appare molto adatto al Personal Branding, e quindi anche alla comunicazione dei personaggi dello spettacolo e della cultura.

Twitch: di proprietà di Amazon, è stato fondato nel 2011, ma è esploso solo negli ultimi anni. Grazie a una piattaforma streaming semplice ed efficiente e alla possibilità per gli utenti di interagire tra di loro e con chi comunica in tempo reale ha una grandissima diffusione tra i gamer, cioè i videogiocatori che giocano online, prima presenti quasi esclusivamente su YouTube, e tra i musicisti, che organizzano concerti dal vivo e anche su richiesta. Le sue caratteristiche, però, lo rendono molto potenziale anche per altri utilizzi, legati ad esempio alla creatività, alla formazione, all’interazione live con un pubblico.

Flickr, nato come catalogo online per fotografi, non ha mai veramente cambiato pelle, nonostante alcuni aggiustamenti grafici e funzionali, che non hanno tuttavia particolarmente migliorato la sua scarsa rilevanza, ancora di più per un settore, come quello culturale, che vede nella qualità e nella bellezza delle immagini un indubbio punto di forza. Lo cito, comunque, perché è ancora usato da alcune istituzioni culturali, soprattutto all’estero, e anche da qualche territorio, come la Svizzera, che peraltro ha uno dei più completi sistemi di comunicazione digital al mondo.

Avete domande, riflessioni, opinioni da condividere?

Scrivetemi a andrea@profili.eu

Andrea Maulini